Conflict Minerals: il Regolamento UE entra in vigore l’1 gennaio 2021
ll Regolamento comunitario 2017/821 sui minerali provenienti da zone di conflitto, entrerà in vigore Il 1° gennaio 2021. Il fine è il contrasto al commercio nelle zone di conflitti armati oppure ove l’estrazione avviene mediante lavoro forzato, di quattro minerali: stagno, tantalio, tungsteno e oro.
Stabilisce pertanto obblighi in materia di “due diligence” nella catena di approvvigionamento affinchè la fornitura di minerali avvenga in modo responsabile, mediante la garanzia che:
- gli importatori dell’Unione europea dei minerali in oggetto, in quantitativi superiori a determinate soglie, soddisfino le norme internazionali sull’approvvigionamento responsabile stabilite dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)
- le fonderie e raffinerie di 3TG si approvvigionino in modo responsabile.
Secondo quanto riportato sul sito della Commissione europea le imprese si suddividono in:
- imprese a monte (che estraggono, lavorano e raffinano le materie prime) tenute a rispettare norme obbligatorie sul dovere di diligenza al momento dell'importazione;
- imprese a valle ed in particolare:
- imprese che importano i prodotti sotto forma di metalli, anch'esse tenute a rispettare le norme obbligatorie sul dovere di diligenza
- imprese che operano in una fase successiva che, pur non avendo obblighi diretti a norma del regolamento, ci si aspetta che utilizzino relazioni e altri strumenti per rendere il loro dovere di diligenza più trasparente, compresi, per molte grandi società, quelli previsti dalla direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario.
La Commissione Europea istituirà una “lista bianca” di fonderie e raffinerie globali che si approvvigionano in modo responsabile, conformi al Regolamento, nonchè linee guida per l'identificazione di aree di conflitto e ad alto rischio.
In Italia spetterà al Ministero dello Sviluppo Economico svolgere le verifiche sull’osservanza delle Linee Guida OCSE e applicare misure in caso di non conformità. Il decreto legislativo di attuazione del regolamento è all’esame delle Commissioni parlamentari di pertinenza che dovranno esprimere parere entro il 12 dicembre 2020, pertanto pubblicazione è prevista nel 2021. Il DDl prevede l’esecuzione di adeguati controlli ex post per garantire che gli importatori dell'Ue di minerali o di metalli adempiano agli obblighi, nonchè l’istituzione di un Comitato per il coordinamento delle attività e le sanzioni.
Si segnala una generale crescente attenzione da parte delle istituzioni europee sul tema dell’approvvigionamento sostenibile e sicuro di materie prime critiche, sia dal punto di vista ambientale che socioeconomico ed etico. Sarà pertanto sempre più importante per le imprese avere una conoscenza completa delle materie prime impiegate nei propri prodotti, che garantisca la tracciabilità e l’origine sostenibile dei materiali per rispondere alle richieste dei clienti e per la conformità alle attuali e future legislazioni in materia, instaurando una comunicazione lungo la supply chain.
Informiamo che il 3 settembre la Commissione europea ha pubblicato la nuova Strategia sulle materie prime critiche che contiene la nuova “EU Critical Raw Materials List”, aggiornata ogni tre anni e oggi alla quarta versione. La lista contiene 26 materie prime già presenti nel 2017, 4 nuove, mentre 1 è stata rimossa. La Strategia indica che la transizione dell’Unione europea verso la neutralità climatica potrebbe sostituire l’attuale dipendenza dai combustibili fossili con una dipendenza dalle materie prime, molte delle quali provengono da Paesi terzi, e propone azioni per rendere l’approvvigionamento dei materiali più sicuro e sostenibile.